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 Università e ricerca: Dove stiamo andando?

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Ursus 'u brigànde
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MessaggioTitolo: Università e ricerca: Dove stiamo andando?   Università e ricerca: Dove stiamo andando? Icon_minitimeVen Ott 08, 2010 7:46 pm

Il mio blog ha scritto:
Rompere il silenzio è la priorità. Viviamo in un mondo dominato (si esatto, dominato) dai mass media. La Televisione ci insegna ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Giorgino durante il TG1 delle 20:00 ci catechizza su politica, economia, affari esteri e quant'altro.

Vi chiedo scusa già da adesso nel caso dovesse volare qualche parola di troppo durante questo articolo e vi raccomando di avviare il video mentre leggete, giusto per avere un buon sottofondo.

La situazione delle Università italiane sta diventando imbarazzante. Con l'ultima "riforma" del Governo ci stiamo buttando giù da una montagna senza nessun paracadute. Tagli "orizzontali" spalmati fino al 2013 per più di UN MILIARDO DI EURO.

Un miliardo e duecento milioni di euro. Aspettate, ve lo ripeto: un miliardo e duecento milioni di euro. Quanti cazzo sono un miliardo e duecento milioni di euro? A confronto il jackpot milionario del Superenalotto ci pare la mancia di un cameriere.

Ma la cosa assurda, deleteria, che fa girare davvero le palle è che i tagli colpiranno indistintamente tutti gli Atenei, anche quelli cosiddetti "virtuosi" che riescono a gestire tutto senza dover incorrere in debiti, come l'Università di Ferrara, ad esempio. Si parla tanto di meritocrazia, di premiare chi si comporta bene, di lotta ai "fannulloni". Il ministro Brunetta ha definito la Calabria e la Campania un male per il paese, dato il livello di disorganizzazione e di malgoverno, secondo lui, che si è raggiunto in quelle regioni. Intanto il Governo di cui fa parte se ne sbatte di fare distinzioni tra le università "sane" e quelle "malate", tagliando indistintamente i fondi.

La verità è che questa non è una "Riforma" del Ministro dell'Istruzione, ma è una mera applicazione delle direttive del Ministro Tremonti, che ha bisogno di racimolare spiccioli da tutti, per tirare avanti la carretta e non "aumentare le tasse" per non "prendere soldi dalle tasche degli Italiani" (slogan tanto caro a Berlusconi). Intanto però, diminuendo i fondi pubblici, aumenteranno le tasse "indirette", come ad esempio quelle universitarie. Il Governo non prende soldi dal nostro portafoglio, ma fa si che altri lo facciano visto che questi altri si vedono chiudere i rubinetti senza possibilità di poter dimostrare di essere meritevoli di avere quei finanziamenti.

Non riesco neanche a prendermela con la Gelmini, poverina. L'hanno messa li a fare il ministro. Ma si sa che i Minsteri "chiave" sono: Interni, Affari Esteri ed Economia. Il resto, deve sottostare a questi tre, compresa la Difesa e l'Istruzione. Tra l'altro, piccolo dettaglio, adesso abbiamo il "Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca", il MIUR, quando prima invece avevamo il "Ministero della Pubblica Istruzione". Quel piccolo aggettivo mancante non è di poco conto. Si sta andando verso una privatizzazione generale, anche dell'istruzione, che è il settore chiave per il futuro di un paese. Un'istruzione pubblica di alto livello è caratteristica di un paese avanzato. Un paese che investe qualche punto percentuale del PIL in ricerca è un paese avanzato. Noi siamo passati in vent'anni dal quasi 5% a meno dell'1%. Roba da Terzo Mondo.

I Ricercatori universitari intanto protestano, perché sono le figure più deboli del mondo dell'istruzione universitaria. Deboli ma che rappresentano il cuore pulsante di ogni Ateneo. Infatti alla loro minaccia di non tenere più lezioni (non sono obbligati dal contratto, infatti sono ricercatori) le università si scoprono paralizzate. Sentono addosso l'ombra del precariato, con l'introduzione del "Ricercatore a contratto" e hanno paura di essere ancora più ricattabili di quanto già non sono. Chi infatti è più vulnerabile, una figura professionale con un contratto a tempo indeterminato oppure un giovane lavoratore con contratto a progetto?

Certo, all'interno delle Università, tutti si sono dichiarati solidali con i ricercatori. Chi però ci sta mettendo la faccia? Pochi. Alcuni Professori Ordinari o Associati li appoggiano, altri no. La verità è che sarà sempre più difficile reclutare nuovo personale ed espandere l'offerta formativa di un università. I corsi di laurea chiudono se non ci sono abbastanza docenti, e qui posso testimoniare personalmente, visto che il mio sta chiudendo proprio per questo motivo, nonostante fosse l'unico corso di laurea in Italia in "Tecnologie Fisiche Innovative", facente parte del "Progetto Quadrifoglio" e con importanti patrocini a livello nazionale. Una punta di diamante dell'ateneo ferrarese che però, dovendo tagliare, da qualche parte dovrà pure iniziare a farlo.

Non si potrà più assumere nuovo personale, a meno di numerosi pensionamenti. Per chi non lo sapesse, a livello universitario esistono tre figure che possono essere docenti titolari di un corso: il "ricercatore", che non dovrebbe farlo, ma che comunque è speranzoso di fare carriera e di diventare "professore associato" o di "seconda fascia", un gradino sopra nella gerarchia; ancora più sopra troviamo il "professore ordinario", quello con la "Cattedra" per intenderci, eminente figura all'interno di un'università.

Bene, nei modi previsti dalla riforma, un ateneo come quello ferrarese (ma il problema è di tutti) può assumere un nuovo ricercatore solo se vanno in pensione due professori ordinari. Come se per assumere un operaio in fabbrica, bisognasse licenziare o aspettare che vadano in pensione prima due membri del Consiglio di Amministrazione. Ma la cosa diventa grottesca se l'università sente il bisogno di un altro professore ordinario: ebbene, udite udite, bisogna pensionare prima altri VENTI ordinari. Venti! Qual è la conseguenza? Le università pubbliche, almeno le più piccole, chiuderanno. Senza professori, chi tiene delle lezioni di alto livello?

Questi sono alcuni del problemi, ma ciò che più mi scandalizza, è che non se ne parla. In TV ne sentite qualcosa? Si, forse un servizio di 30 secondi al TG3, e nient'altro. Nessuno dice niente. Stiamo tutti quanti mandando a puttane l'università senza neanche saperlo. Anzi, stiamo permettendo che figure a cui è stato dato il mandato di governare il paese, ne stanno distruggendo il futuro facendo collassare ed implodere l'università pubblica italiana. Senza che nessuno sappia cosa sta succedendo. Il potere della comunicazione di massa è questo. Succede quello che loro vogliono farti sapere che succeda. Il resto, non ha ragione d'essere. Stiamo tornando al caro vecchio "non ti vedo, dunque non esisti", che ancora nel Seicento alcuni filosofi ritenevano un principio valido.

E poi ci imbottiamo le serate di programmi come "I Migliori Anni", o "Il Grande Fratello", o "X Factor", o "L'isola dei famosi", "Uomini e Donne" e cazzi vari. Ci stanno sedando. Svegliatevi cazzo. Io ormai ne sono fuori, ma usate i social network in modo positivo, non per vedere se Teseo si fidanza con Arianna o se Genoveffa mette le corna a Orazio. Fate informazione in un mondo che fa disinformazione. Io cerco di portare avanti il mio piccolo impegno con questo blog, dove c'è sicuramente spazio per le cazzate, ma che è anche l'unico modo che ho per parlare in modo libero. E di questi tempi, in cui vogliono farci credere che nulla ci è dovuto, lasciatemi almeno la libertà di mandare un VAFFANCULO di cuore a tutti i nostri editori, giornalisti, deputati, grilli, di pietri, senatori, ministri e figure istituzionali varie. VAFFANCULO. State distruggendo un Paese. Guy Fawkes aveva ragione.

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Alessio Romito

Link originale: http://chiquadro.wordpress.com/2010/09/29/dove-stiamo-andando/
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